Il 19 settembre 2019 la Guardia di Finanza ha annunciato diciassette misure cautelari e il sequestro di undici società nell'ambito di un'indagine su una grande frode fiscale avvenuta nell'importazione e commercio di carburanti.

All'alba di ieri, i Finanzieri hanno eseguito tre arresti in carcere, altrettanti domiciliari e undici obblighi di dimora nei confronti di diciassette persone indagate per associazione per delinquere finalizzata a frodi fiscali in Toscana, Sardegna e Umbria. Nella stessa operazione, ordinata dal Tribunale di Pistoia, i militi hanno sequestrato undici società che operano nel commercio e nella distribuzione d'idrocarburi che hanno sede in Toscana, Campania, Lazio ed Emilia Romagna, oltre che beni e contanti per un importo di venti milioni di euro. Queste azioni arrivano al termine di una lunga e complessa indagine diretta dal procuratore Claudio Curreli.
L'inchiesta giudiziaria è iniziata dopo un'indagine ispettiva avviata dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nei confronti di una società che vende e distribuisce prodotti petroliferi, che ha sede in provincia di Pistoia. Poi si è mossa anche la Guardia di Finanza, che ha ricostruito le movimentazioni commerciali e finanziarie, allargando l'inchiesta ad altre società. Secondo gli inquirenti, la prima società indagata, che opera nel Comune di Pescia, sarebbe stata il "terminale privilegiato" di altre otto società con sede nel territorio nazionale e intestate a prestanome per attuare una colossale evasione dell'Iva, frodando il Fisco per oltre trenta milioni di euro.

(fonte trasportoeuropa.it)

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